…e
per alimentare continuamente la mia passione per la comunicazione sulla quale
sto investendo dall’inizio del nuovo millennio, twitto.
Nerd?
Assolutamente no.
Tecnico
o ingegnere informatico? Assolutamente no.
Eppure
termini come “applicazione”, “RSS”, “widget”, “link”, “condivisione”,
“download”, “tag”, “hashtag” sono per me all’ordine del giorno.
Una
scelta? No, semplicemente in questo mondo all’apparenza inconsistente perché
non fatto di materia, ci sono scivolata dolcemente.
Ho
seguito il progresso della tecnologia, senza forzature, senza obblighi,
semplicemente perché il mio orientamento è per la comunicazione a tutto tondo
fin da quando avevo 13 anni.
Già,
il mio primo pc me lo regalarono quando ancora andavo alle scuole medie. Mi
ricordo che era un IBM 386. Se ci penso mi viene da sorridere. Non ho mica 100
anni eppure guardate che salto enorme che ha fatto la tecnologia in questi 15/20 anni.
Ora
tutto è slim, tutto è digitale, tutto è touch, tutto è rintracciabile… basta
disporre di un dispositivo che è collegabile alla rete e via che si parte per
un viaggio. Virtuale sì, ma quanto che ci sta dietro! Persino le nuove
professioni.
Qualcuno
rimpiange la carta, i libri, i giornali; qualcuno non li sa nemmeno apprezzare
perché appartiene alla nuova generazione ed è capitato in quest’era tecnologica
in continuo avanzamento.
Io
adoro il pc, internet e tutti i dispositivi tecnologici che mi permettono
di poter scrivere, leggere, navigare,
chattare, condividere con il resto del mondo le informazioni. Senza tutto
questo metà della mia vita non esisterebbe. Esagerata? Assolutamente no!
Proprio perché sono quasi 20 anni che le mie dita scorrono veloci sui tasti del
pc, 10 anni che ho imparato a far stare il mio “pensiero” nei 160 caratteri di
un sms, 5 anni che il mio unico schermo sempre acceso è quello del pc… non
certo quello del televisore.
Al pc
scrivo questi post e tanto altro, su internet cerco le informazioni più
svariate, quelle che un tempo si cercavano sulle pagine gialle o si venivano a
sapere col passaparola, col cellulare mantengo i rapporti scritti e vocali con
le persone che conosco.
Per
interesse e per passione personale. Ora anche per lavoro.
Chi
non ha mai sentito parlare dei social network? Chi negli ultimi anni non si è
aperto un profilo facebook (poi magari abbandonato), un profilo Twitter o si è
iscritto a Linkedin che ormai è diventato il nuovo sistema delle risorse umane per il recruiting?!
Chi
non conosce questi loghi che ormai campeggiano in ogni sito, se non addirittura
alla fine o all’inizio dei singoli articoli?!
Personalmente,
cioè per questioni personali, faccio login quotidiano in facebook (a cui sono
iscritta da ben 4 anni, caspita, 4 anni!!!), Linkedin (perché mi arrivano gli
aggiornamenti via email), Youtube (perché i video tutorial e video musicali
danno colore ai momenti di svago), Google… sì perché tra un “search”,
un’occhiata regolare alla casella di posta Gmail e il Calendar sul quale ormai
appunto qualunque impegno, per sicurezza (perché tutto sommato la mia memoria è
costantemente in allenamento), è la mia pagina principale su tutti i
dispositivi che uso.
E poi
c’è Twitter, l’ultimo scoperto e quello che attualmente maggiormente mi
appassiona.
Sarà
perché è l’ultima scoperta.. sarà perché il modo per comunicare attraverso di
esso mi ricorda maggiormente gli sms… sarà perché fra i miei “following” ci
sono pochissimi amici e tantissimi sconosciuti e questo molte volte mi permette
di leggere informazioni e “battute” che altrimenti non leggerei, aprendomi
nuovi orizzonti, scatenando pensieri e idee… sarà perché in Twitter pochissimi
hanno il blocco, mentre in facebook GUAI se vai a vedere il profilo di uno
sconosciuto… ti ritrovi il blocco e la dicitura che ti avvisa che per vedere i
suoi contenuti, devi essergli amico (Puah! Stupidaggini! Perché non crederò MAI
che le persone che hanno più di un tot di amici in facebook, siano così intimi
con tutti. Eppure essendo “amici” - le virgolette sono volute - possono vedere
TUTTO quello che l’altro pubblica. Ma dubito che tutto quello che uno pubblica
possa andare bene a 300, 400, 500, 1000 amici. Sicuramente fra questi c’è
qualcuno che la pensa diversamente, che si sente offeso, che si sente il dito
puntato contro…)
O
forse è perché facebook oramai sta perdendo quota su Twitter!??
Difatti
facebook continua a reinventarsi, a rinnovarsi, eppure sto notando quanto poco
i miei amici lo utilizzino. La maggior parte si è iscritta, ha avuto
l’entusiasmo iniziale e poi l’ha abbondonato. Qualcuno per sempre, qualcuno una
volta al mese si collega. Ma non era certamente questa la fine che doveva fare
IL social network per eccellenza.
E
comunque oltre a vedere un disinteresse crescente verso facebook da parte dei
miei contatti, è scemato anche il mio personale interesse in quanto utente
singola. Ormai la mia bacheca è piena di notizie di tutti i gruppi e le pagine
a cui mi sono iscritta negli anni. Scovare uno “stato” di un amico o un
articolo importante, molte volte è un’impresa. Tanto è valso fare una selezione delle persone e raccogliere quelle più
importanti e più vicine a me sotto la voce “Amici più stretti” e quando il
tempo che ho a disposizione è veramente poco, leggere solamente le loro
attività quando mi compare la notifica.
Se invece
voglio scrivere e quindi condividere con gli altri ciò che vedo, ciò che sento,
ciò che sono, twitto e piazzo qua e là qualche #hashtag, che mi fa sentire
parte di una banca dati (scusate, database) di parole e mi ricorda i tag usati
nel blog.
Se
voglio leggere informazioni utili, battute sarcastiche e sapere come la pensa
su una notizia attuale un famoso blogger, uno scienziato o un cantante
socialmente impegnato, mi connetto a Twitter.
E se
quello che scrivo o retwitto (che corrisponde al “condividi” in facebook) lo
voglio condividere anche in facebook (per tutti coloro che Twitter non l’hanno
ancora scoperto), questo mi è permesso perché ho messo il collegamento diretto
fra i miei tweet e il mio profilo facebook.
Perché
dico tutto questo?! Perché già tempo fa avevo pensato di scrivere un post su
quanto la comunicazione abbia influenzato la mia vita.
Oso
quasi parlare di un vero e proprio investimento in comunicazione.
Detta
così sembra che ci siano di mezzo i soldi. In parte è vero, perché le basi me
le sono costruite all’università, nel quinquennio di Scienze della
Comunicazione, però per me la parola investimento ha un altro valore. Infatti
come faccio il più delle volte, vado oltre al significato letterale del termine,
per vedere cosa c’è sotto.
Parlando quindi del mio investimento in comunicazione...
Basti
pensare alla facoltà che ho scelto dopo il liceo, che era l’unica che mi
interessava fare, perché la comunicazione e il grande bisogno di comunicare
fanno parte di me da una vita;
Basti
pensare alla mia costante voglia e al bisogno di aggiornarmi in questo settore;
Basti
pensare a quando davanti a un manifesto pubblicitario non guardo il contenuto,
ma il contenitore e riconosco la genialità di certe menti creative;
Basti
pensare a quando in un video cerco il messaggio che hanno voluto comunicare;
Basti
pensare che il viral marketing, il guerrilla marketing, il social marketing e
il mondo digitale continuano ad appassionarmi…
Basti
pensare a quanto amore c’è per la grafica, l’organizzazione di eventi, la
creazione di presentazioni, la fotografia, la scrittura più o meno creativa…
Basti
pensare che attualmente la mia mansione è quella di “Social Media Coordinator”.
Cosa
significa? Per i “comuni mortali” lo traduco in “trascorro le mie 8 ore
lavorative su facebook” (generalizzando non poco), mentre agli altri posso dire
sia che l’evoluzione del web e dei social
network hanno cambiato radicalmente la concezione di promozione e
comunicazione, dato che al comunicato stampa si sono sostituiti il viral video,
il social blogging, il tweeting, l’hashtagging, fino al banalissimo sarin; sia
che il Social Media è uno
dei campi con maggiori possibilità professionali in questo momento, dato che
moltissime aziende di grandi e medie dimensioni stanno attivando business unit
dedicate esclusivamente al lavoro sui social network, sia per la promozione
dell’azienda stessa e dei suoi prodotti, sia per la realizzazione di campagne
strategiche per conto di clienti terzi.
Appena 4 anni fa non mi sarei mai
immaginata di svolgere questo tipo di mansione, ma ora posso affermare che è
appassionante e al passo con i tempi. E’ bello taggare, condividere e linkare
anche per motivi di lavoro; è bello scoprire cosa attira lettori e stimola i
“mi piace”, i commenti, le condivisioni e i tag e che cosa no; è bello
espolorare continuamente il web alla ricerca di notizie e spunti da pubblicare.
E’ un lavoro creativo e credo che mi si addica al 100%!
Però come anticipavo prima, sta
diventando unicamente il mio lavoro, quello su cui mi concentro dalle 9 alle 18
di ogni giorno e poi accantono fino alla mattina seguente. Oramai tutto questo
fiorire di social network nei settori più disparati (l’ultimo di cui ho letto
notizia è un social network di condivisione della lavatrice per risparmiare sui
consumi), non riesce più a coinvolgermi con passione. Oramai i miei clic
post-lavoro sono quasi esclusivamente per sms, mail e tweet (con tanto di
hashtag e menzioni).
Ho promosso troppo Twitter!?
Forse perché penso che andrebbe rivalutato da tutti, perché la sua forma
concisa permette in realtà di comunicare, andando dritto al punto della
questione e permettendo di trasferire l’informazione e la conoscenza in maniera
veloce. O forse perché non è un vero social network, ma un mezzo di
comunicazione di massa con tutte le caratteristiche dei media in regola. Solo
più moderno, solo più interattivo, solo più socialmente coinvolgente. Esame di
comunicazione di massa docet.