“Mi sono sempre domandato che cosa si provi a essere la
donna più famosa del mondo?”
cit. film “Marilyn”
Se lo domandò il padrino di Colin Clark, bibliotecario
presso il castello di Windsor nel 1956 e ce lo domandiamo ancora oggi, perché nonostante
siano passati 50 anni dal giorno della sua morte, Marilyn resta viva nel
ricordo di milioni di persone, sia di chi all’epoca era giovane come lei, sia di
chi non era ancora nato, ma ha sentito e visto un’infinità di volte il nome e
il volto dell’icona sexy per eccellenza.
Io naturalmente appartengo a questa seconda categoria di
persone e dunque posso portare una testimonianza viva e reale di come Marilyn nel
2012 sia nel modo più assoluto un’icona intramontabile.
Premesso che ho sempre sentito parlare di lei e della sua
morte che ha lasciato tante domande senza risposta, non sono comunque mai stata
una sua fan o un’ammiratrice. Né del “biondo Marilyn”, né della sua indiscussa
sensualità, né del suo potere magnetico nei confronti degli uomini che incontrò
e frequentò.
Fuori discussione la sua bellezza, ma per indole (prima di
iscrivermi all’università ero in dubbio se puntare su Scienze della
Comunicazione o su Scienze criminologiche) sono sempre rimasta più colpita dal
modo in cui è morta e quanto questo venga tuttora messa in discussione.
Però è arrivato anche per me il momento di conoscere di più
di questa donna tanto famosa, quanto fragile e sola.
Tutto è cominciato a inizio anno quando ho iniziato a
collaborare con Italia Crea, società che organizza fiere, fra cui Cartoomics e
Weekend Donna.
Iniziare un nuovo lavoro richiede sempre uno sforzo iniziale
per ingranare e cercare di apprendere più cose possibili, ma se ti appassiona,
il tutto risulta molto più semplice.
E fu così che fin dall’inizio conobbi quella che sarebbe
stata la fiera di Cartoomics da lì a poche settimane. Quali sarebbero state le
varie aree, quali gli eventi, quali gli espositori e quali le mostre.
Fra queste ultime ci sarebbe stata per l’appunto quella
dedicata a Marilyn Monroe, ricorrendo nel 2012 il 50° Anniversario dalla sua
morte.
Disegno di G. Festino |
Il titolo della mostra era “Marilyn Monroe:
indagine non autorizzata” e sarebbe stata curata da IlCerchioGiallo. Alla base
dell’esposizione il quesito “Falso suicidio o vero omicidio?”, dato che le
teorie sono tante ma nessuno ad oggi sa cosa sia veramente successo quella
notte a Brentwood, e all’interno una serie di opere Guido Crepax, Carlo Jacono e Giuseppe Festino ma anche le
storie disegnate da Sergio Toppi, Guido Buzzelli, Gianni De Luca o scritte da Giancarlo Berardi e le opere realizzate ad
hoc per Cartoomics da Anna Pennati, autrice del manifesto della mostra: tutte
che avrebbero raccontato in un percorso davvero avvincente quanto il
mito dell’attrice più sexy del mondo sia ancora vivo.
Grande attesa e tanto lavoro, dunque, per il
Cartoomics 2012 che si sarebbe svolto dal 16 al 18 marzo.
Ecco che dunque, durante i giorni di fiera, ho
ritagliato un momentino per me per andare a visitare questa mostra che mi
interessava già di più rispetto a quella fumetto erotico del secolo scorso. E
anche se nessun disegno esposto ha raggiunto la fedelissima riproduzione della
perfezione del viso di Marilyn, ho
trovato la mostra piuttosto interessante.
Ma se al momento ho pensato che la questione si
chiudesse qui, in realtà è stato solo l’inizio di un percorso che si concluderà
a fine anno.
Già, perché non solo sono venuta a conoscenza dell’uscita
anche in Italia del film “Marilyn”, che
fra l’altro ha visto premiare con un Golden Globe l’attrice protagonista, e che
quindi mi sono segnata come ‘film da andare a vedere’, ma ho saputo che anche
per la fiera di Weekend Donna in autunno, si sarebbe portato avanti un progetto
complesso riguardante la diva di Hollywood.
Ed eccoci al 1° giugno, quello che sarebbe stato l’86esimo
compleanno di Marilyn Monroe e che invece vede uscire al cinema il film tanto
atteso.
Non posso andarlo a vedere la sera stessa, ma già
quattro giorni dopo mi trovo in sala a guardare questo film che a detta della
critica è meraviglioso, sia per l’eccellente cast, sia per come il regista ha
saputo ritrarre in modo intimo la celebre attrice hollywoodiana.
Ma io di solito non mi faccio influenzare dalle
critiche o dalle recensioni, perché penso che i giudizi siano strettamente
personali. Quante volte un film non mi è affatto piaciuto, mentre la critica lo
osannava? E anche viceversa.
Quindi senza aver letto niente, sono arrivata in sala
e mi sono goduta questo meraviglioso film.
Meraviglioso, davvero… mi sembra la parola più
azzeccata.
Perché in quanto appassionata di cinema, oltre a
seguire la trama, ho voluto studiarmi anche ciò che sta intorno alla storia
narrata e dunque: la recitazione, le musiche, i costumi, la fotografia, la
fedeltà ai fatti realmente accaduti e proprio per questo mi sento assolutamente
certa nel dire che il film è davvero ben riuscito e molto bello, un bellissimo
omaggio al cinema di quegli anni. Certo, nonostante il Golden Globe e la
candidatura agli Oscar, resta un film di nicchia, ma per chi è realmente appassionato di cinema
e dunque guarda di tutto, dal blockbuster al film più serio e impegnato, “Marilyn”
(o “My week with Marilyn”, che è il titolo originale) è uno di quei film che va
assolutamente visto.
Inoltre sono rimasta piacevolmente colpita dal fatto per
omaggiare la diva scomparsa mezzo secolo, non si sia scelto di fare un film sulla sua vita durata solamente 36 anni,
che sarebbe stato più semplice e scontato, ma che si sia girato un film sulla
realizzazione di un suo film (grande esempio di meta cinema), peraltro neanche tra
i più conosciuti. Personalmente non avevo mai sentito parlare de “Il principe e
la ballerina”, ma ammetto che non ho mai approfondito la filmografia dell’attrice,
però ho apprezzato moltissimo che alla base ci fossero le pagine del diario di
Colin Clark - ventitreenne rampollo di una ricca famiglia inglese talmente
innamorato del cinema da essersi riuscito a infilare sul set di questo film come
terzo assistente del regista Laurence Olivier, - scritte proprio durante la
lavorazione della pellicola.
Marylin e Arthur Miller, suo marito fino al 1962 |
Raccontando questa sua settimana con Marilyn in prima
persona, il risultato è un ritratto delicato, passionale e intenso dell’attrice,
anima fragile e bisognosa d’amore, con alle spalle diversi matrimoni ma nessun
vero amore (neppure Arthur Miller con cui all’epoca era sposata da appena 3
settimane e che avrebbe dovuto "frantumare le sue insicurezze"), profondamente insicura
di sé, perennemente sotto l’effetto di ansiolitici e in ritardo sul set.
Questa la Marilyn che emerge dalla storia e che tutti hanno
potuto conoscere da quando è stata ritrovata morta nel suo letto, coperta da un
solo lenzuolo e con il ricevitore del telefono in una mano.
L’attrice che invece ha dato il proprio volto per questa
parte è Michelle Williams, conosciuta quando ancora era Jen nel telefilm “Dawson’s
Creek” e seguita nelle sue prime parti importanti al cinema fino a vederla in
ruoli importanti e via via più impegnativi.
In “Marilyn”
Michelle si cala ottimamente nei panni della diva riuscendo ad assomigliarle in
modo sorprendente . E non solo fisicamente. A tratti sembra veramente Marilyn
nel portamento, negli sguardi, nei movimenti… come se il metodo Strasberg che
la Monroe seguiva con il supporto di Paula, come si vede anche nel film, e che prevede
che
l’attore diventi il personaggio che sta interpretando, fosse stato seguito anche da Michelle.
Consiglio
dunque la visione di questo film in quanto incantevole omaggio alla diva
tragicamente scomparsa.
Per
concludere, una mia riflessione.
Perché leggendo quella che è la presentazione del progetto
“Anteprima Marilyn Monroe”, che, dopo la mostra di locandine al Wow Spazio
Fumetto di Milano, la selezione della locandina vincitrice che diverrà il
manifesto del grande evento “Marilyn, I love you” nonché veicolo per la comunicazione
dell’iniziativa, vedrà il suo completamento alla “mia” prossima
fiera di Weekend Donna a Milano (9-11 novembre), sono rimasta particolarmente
colpita dalle prime frasi.
Si legge…
“Appartata, lontano dalle tombe di tutte le altre star che riposano
nel cimitero di Westwood, solo una targhetta brunita con una scritta in rilievo
permette di trovare la tomba di Marilyn Monroe. Quella targhetta, Marilyn
Monroe 1926 - 1962, tuttavia è sbagliata: Marilyn Monroe non è nata nel 1926.
Quell’anno, il primo giugno alle 9.30, nasce infatti Norma Jean Mortenson: la
donna che diventerà Marilyn Monroe”
E se è vero che Marilyn ha cercato per tutta la sua vita di
dimenticare il passato, di costruirsi una nuova identità e soprattutto, il 1°
luglio 1956 “Marilyn Monroe” è diventato il vero nome anagrafico di Norma Jean
e non più un semplice nome d’arte, allora io credo che quella targhetta sia
veramente sbagliata. Lì sepolta c’è Norma Jean Mortenson. Perché Marilyn
Monroe, la diva che ha impersonato dagli anni ’50 il simbolo del fascino della
femme fatale, rimane un mito intramontabile che continua a vivere nei ricordi
di milioni di persone… da 50 anni. Perché di Marilyn non se ne ha mai abbastanza.