Sono appoggiata al bancone della reception
dell’Hotel 2 Mari di Vieste. La tizia mi sta preparando la fattura per la notte
appena trascorsa qui e nel frattempo occupo il mio tempo guardandomi intorno.
Se guardo attraverso le vetrate della hall
vedo che non è una bella giornata. Il cielo è coperto, c’è la solita brezza
marina che, senza il calore del sole, risulta anche leggermente freddina e
sembra che debba piovere ancora. Tra me e me ringrazio il cielo di aver
aspettato proprio oggi per peggiorare il proprio status. Il sole infatti era
fondamentale nei tre giorni appena trascorsi e così è stato, non mi ha delusa.
Quindi non posso lamentarmi, anche se col sole tutto è più bello. Sempre. Se
poi si è in vacanza…
Torno quindi a guardare la signora della
reception che ancora non ha finito di scrivere la ricevuta a mano. Certo che
quest’era del computer ha ancora tanti bug.
Tuttavia questa lentezza da parte sua
involontariamente dà un kick alla mia vena creativa, perché è a questo punto
che lo vedo, a pochi centimetri da me. E’ infilato in un holder di plastica
trasparente e così bianco si mimetizza un po’ rispetto ai colori vivaci del
depliant dell’hotel, ma molte volte anche un semplice nome, un titolo, colpiscono
di più di un’immagine tutta colorata ed elaborata.
Leggo: “Enoteca. Del bevitore, del poeta, del
viaggiatore”. E’ un biglietto da visita bianco con la scritta nera. Niente di
ché insomma, ma un titolo del genere non può che farmi partire per un viaggio
mentale (in senso buono), stimolare la mia più fervida fantasia, la mia parte
più creativa e chiamiamola poetica, quella che mi fa scattare l’immediata
voglia di scrivere.
Tre parole (lasciamo perdere la parte
commerciale dell’enoteca) che nella mia mente già sono titolo di un mio post,
del mio prossimo post e che subito portano i miei pensieri nella direzione di
un testo da scrivere. Subito. Cioè vorrei farlo subito ma purtroppo ora
dobbiamo ripartire. Ci aspetta un lungo viaggio oggi con tanti luoghi diversi
da raggiungere e tante persone da vedere e rivedere. Oggi è la giornata più
intensa di tutta questa vacanza e quindi sono costretta a fissare il titolo
nella mia mente e di elaborarlo in un momento successivo.
…Momento successivo che arriva a vacanza
terminata. Vacanza itinerante con il mio mezzo macchina che mi ha portata in
giro per 4 regioni d’Italia toccando Volturino, Cerignola,
San Giovanni Rotondo e Vieste in Puglia, in provincia di Foggia; Campobasso in
Molise; Chieti e Roseto degli Abruzzi in Abruzzo; Recanati, Loreto e Urbino
nelle Marche, il tutto in 5 giorni. Bella e rilassante, soprattutto per la
mente.
Ma tornare significa
riprendere col proprio quotidiano e tutto ad un tratto le tanto sognate ferie
sembrano un ricordo lontano. Quasi. Perché se uno non volta subito pagina e
anzi, riperorre il viaggio da poco terminato, il ricordo può perdurare per
diversi giorni ancora.
Ed è quello che faccio sempre
io. Un po’ perché è nella mia indole rivivere i momenti belli della vita, un
po’ perché amo la fotografia e la scrittura ed entrambe sono due ottimi
strumenti per fissare nella memoria i momenti più significativi del viaggio.
Quindi per me era scontato
che proprio in questo momento mi sarei trovata sia a fare il punto della
situazione, sia a ricordare gli attimi più belli dell’esperienza,
sia a mettere nero su bianco il tutto.
E allora comincio, proprio da quel titolo
d’effetto che è un ottimo punto di partenza. E’ un titolo che può darmi le
linee guida del mio post. Anzi, pensandoci bene, dei tre post. Sì, perché i tre
momenti “del bevitore”, “del poeta” e “del viaggiatore” possono viaggiare
insieme, così come separatamente.
Concludo quindi questo incipit che serve come
grande cappello ai tre mini-post che seguiranno con una frase adatta
all’occasione:
“I giorni appartengono al
calendario, gli istanti appartengono a noi”. (A. Curnetta)