Mi
sono sempre domandata come si fa a scrivere a quattro mani. Mi immagino litigi,
prevaricazioni, divergenze, ritardi nella consegna, diversi punti di vista,
diversi valori, diverse esperienze di vita. E se poi si tratta di una coppia
amorosa, la cosa si complica ancora di più secondo me. O forse è vero che
l’amore non è bello se non è litigarello!?? Sta di fatto che l’altro giorno ho
avuto conferma che a quattro mani si può generare successo. Una coppia, uomo e
donna, marito e moglie, scrittore lui, scrittrice lei, con un passato
lavorativo personale ma ora accomunati da un nome e cognome ben identificato
seppur frutto della loro fantasia. Lo pseudonimo Lars Kepler ha all’attivo
cinque romanzi, un Bestseller e migliaia di copie vendute in tutto il mondo ed ora
entrano a far parte della rosa degli scrittori svedesi che stanno riempendo i
ripiani della nostra libreria. Inutile ricordare le “mie origini” svedesi, il
legame con questo popolo, la conoscenza della lingua, l’affiliazione non
forzata di mio marito che fin dal nostro primo anno di fidanzamento si è
innamorato di questo paese, le tradizioni tramandate e ben presenti in casa
nostra, il possesso della tessera Ikea Family che anche a Milano mantiene vivo
un certo tipo di rapporto.
E nel
caso specifico di questo racconto l’Ikea è parte dei giochi perché è grazie al
tesseramento e all’iscrizione alla sua newsletter che sono venuta a conoscenza
di un evento che stava organizzando nel negozio di Milano Carugate.
Io
non sono amante delle newsletter, il più delle volte le cestino senza neanche
aprirle, ma il titolo “Una serata all’insegna del mistero firmata Lars Kepler” e
l’invito a partecipare alla “Caccia al delitto” in negozio, ha subito catturato
la mia attenzione. Sicuramente perché amo leggere romanzi gialli e noir,
sicuramente perché in questo periodo sono alle prese con i giallisti svedesi,
ma soprattutto perché è già da due anni che dico a mio marito che vorrei
partecipare a una “Cena con delitto” in villa ma purtroppo non c’è ancora
stata occasione.
Pertanto
mi sono ripromessa di chiedere a mio marito se gli andava bene partecipare.
Tuttavia me ne sono dimenticata e quando lui per puro caso ne ha letto notizia
sul giornale, in un certo senso era già troppo tardi. Troppo tardi per
iscriversi alla serata. Ma siccome ci siamo rimasti entrambi male, abbiamo
comunque mandato l’email di iscrizione fuori tempo massimo. E una volta tanto
ci è andata bene.
Confermata
la partecipazione alla serata con indizi (parlavano di “Caccia al delitto” ma
in realtà il delitto devono esserselo dimenticato), ricevuto uno sconto del 15%
per acquistare il romanzo “Nella mente dell’ipnotista” e confermato il meet
& greet con Lars Kepler, autore del romanzo in questione, abbiamo
scombinato i nostri progetti per la serata per dedicarci a questo.
Arrivati
nel negozio, dopo un velocissimo “pit stop” per acquistare il romanzo nella
libreria del centro commerciale Carosello presso la quale era valido il buono
sconto, sono rimasta sorpresa nel vedere che la comunicazione dell’evento aveva
raggiunto un discreto numero di consumatori e dunque partecipanti. Ma la
perfetta organizzazione non ci ha fatto perdere tempo e muniti di una mappa del
percorso da fare e 6 quesiti ai quali dare risposta secondo gli indizi indicati
su dei cartellini appesi all’interno dello spazio espositivo (a loro volta
segnalati da una macchia rosso sangue sul pavimento), abbiamo iniziato il
gioco.
Svolgendosi
in una serata infrasettimanale non c’era problema di “circolazione” fra le
corsie del negozio solitamente invase da persone e non avendo un tempo massimo
per risolvere il gioco, avremmo avuto tutto il tempo per portarlo a termine, ma
in queste cose a mio marito scatta lo spirito competitivo e quindi in 15 minuti
abbiamo finito. Risposto brillantemente ai quesiti (con numeri) e risolto
l’anagramma delle lettere che componevano la soluzione finale (nonostante fosse
stato sottratto un cartello che per un attimo ha bloccato noi e anche gli altri
partecipanti), siamo andati a consegnare i nostri fogli nella zona ristorante
dove in cambio ci hanno dato come premio delle ciabatte nere legate con del
nastro giallo “crime scene do not cross” ad una sagoma di cartone a forma di
casa.
A
questo punto non ci restava che attendere Lars Kepler per il meet and greet e
l’ora di tempo a nostra disposizione l’abbiamo impiegata mangiando svedese e
riflettendo sulla buona riuscita di questa operazione di marketing: bella idea,
ottima organizzazione, consumatori in negozio in un giorno lavorativo e
l’incontro con un autore svedese da bestseller.
Anzi,
scusate, con i due autori: all’anagrafe Alexander Ahndoril e Alexandra Coelho
Ahndoril
Quando
è stato il nostro turno, io mi sono presentata in svedese. A loro non sembrava
vero di poter parlare liberamente la propria madrelingua e anche l’interprete
che l’Ikea aveva messo a loro disposizione, si è potuta rilassare un attimo.
Non c’era il tempo di fare tante chiacchiere essendoci parecchia gente pronta a
salutarli e a congratularsi con loro, ma sono comunque riuscita ad apprezzare
la loro disponibilità facendomi fare una dedica sul romanzo, scoprendo che lei
ha la mamma portoghese (da cui il cognome Coelho) ma che la lingua l’ha dovuta
imparare da autodidatta e da adulta (ed è stata tanto carina da farmi i
complimenti per il mio svedese) e facendo loro una foto insieme a mio marito
che a sua volta l’ha scattata a me.
Quindi
avendo ora il loro quinto romanzo autografato doppiamente Lars Kepler, non
mi/ci resta che procurarci i quattro precedenti per poterli leggere in ordine
cronologico.
Che
poi nel frattempo si è fatta strada un’altra questione.
Mio
marito mesi fa mi ha chiesto di scrivere un pezzo a quattro mani su un
argomento più caro a lui che a me, ma pur sempre condivisibile. Che dite, ci
inventiamo uno pseudonimo e facciamo partire il cronometro della sfida?