Mi chiamo Carla, ho 36 anni e sono mamma da 18 giorni.
Sono la mamma di Elia, nato il 2 agosto alle 04:27 dopo
esattamente 24 ore dalla prima contrazione dolorosa. Sì, perché sicuramente, in
quanto milanese doc (F205 del Codice Fiscale non mente), doveva recuperare la
mancata nascita nel giorno stabilito dai conteggi ostetrici con un altro dato
di estrema precisione.
A 18 giorni dal parto sono tantissimi i pensieri e le
emozioni che si fanno strada, si rincorrono, si mescolano dentro di me. E sono
mesi che aspettavo questo momento, il momento in cui potevo guardare indietro,
ripensare alla mia gravidanza e all’esperienza più forte della mia vita, per
poterla raccontare nel mio blog che non viene aggiornato da troppo tempo ormai.
Una cosa sola è certa: un figlio è il dono più grande che si
possa ricevere e il percorso che ti porta a diventare mamma è spesso difficile,
sofferto, carico di preoccupazioni e dubbi, ma assolutamente unico e
impareggiabile. Perché con il cuore colmo d’amore guardo mio figlio e penso a
come sia parte di me e come lo sarà sempre.
Da giorni pensavo al titolo da dare al post: “Il miracolo
della vita”, “Sei arrivato!”, “Vi presento Elia”, “Finalmente Elia!”, ma non
era nulla di originale. Poi all’improvviso ho avuto l’idea di coinvolgere i
numeri, con i quali ho un rapporto molto stretto. Basti pensare che ricordo
tutti i compleanni e che i countdown sono una mia vera passione. E questo anche
se io e la matematica non abbiamo mai legato molto.
Ripensando dunque ai giorni della gravidanza e da quanto
tempo Elia è arrivato fra noi, mi è bastato fare la somma per concludere che
sono 300 giorni. Dati alla mano: 280 giorni di gravidanza + 2 giorni oltre
termine + 18 dalla nascita.
E a chi mi domanda come sono andati, ora come ora, col senno
di poi, guardo mio figlio e rispondo che è andato tutto bene. Ma se torniamo
indietro di 8 mesi….
280 giorni + 2
Mentre ora rispondo ai tanti: “Che amore! E’ un maschio o
una femmina?”, “Oddio, che piccolo! Quanti giorni ha?” e “Guarda che piccolino!
Come si chiama?”,
Ripenso…
...Che ho scoperto di aspettarti l’8 di dicembre alla Festa
dell’Immacolata Concezione. E scoperta delle scoperte, che ero già incinta da 6
settimane. Che cosa ho provato? Un’immensa gioia, la sensazione di essere parte
di qualcosa di più grande, di essere stata fortunata a ricevere questo dono, a
custodirlo e nutrirlo affinché potesse crescere per diventare quella cosa
chiamata VITA.
...A quante preoccupazioni ho avuto per 9 lunghissimi mesi. Di
certo, da primipara, ma ogni giorno che passava mi sentivo sempre più sollevata
perché vedevo avvicinarsi sempre più il traguardo.
...Alle numerose rinunce enogastronomiche a causa della possibilità di contrarre la toxoplasmosi o di danneggiare il feto. Niente Sushi, insalata, prosciutto crudo, salame, kebab, Aloe vera per 8 lunghi mesi. Ma ce l'ho fatta! Prova superata!
...Al periodo fra la settima e la decima settimana, trascorso a
casa a riposo, con l’ansia più grande di poterti perdere per un distacco
placentare.
...Ai numerosi disturbi fisici che mi hanno accompagnata per
quasi tutta la gravidanza. Anche perché io e te siamo atipici e figuriamoci se
potevo avere i classici nausea e vomito. Quante volte, mentre stavo male,
ripetevo frasi come: “Tieni duro Elia che fra X giorni abbiamo l’ecografia di
controllo”, “Elia resisti che fra X giorni siamo alla settimana Y”?!
...All’entusiasmo con cui andavo alle visite e ai controlli
perché con l’ecografia mi potevo accertare che tu stessi bene. Tant’è che
quelle poche settimane trascorse in salute, sono state un vero regalo, perché
momento importantissimo per realizzare che tu c’eri, combattevi con me e
continuavi a crescere.
... Alle preoccupazioni fondate su dati statistici, perché
l’ansia da primipara ti porta a leggere di tutto e di più sulla gravidanza.
Testi scientificamente provati così come i vari “a domanda risponde chiunque” in
internet. Sta di fatto che non è mai stato nascosto che fino a 24 settimane di
vita le possibilità che il feto ha di sopravvivere sono il 20% e che l’80% lo
raggiungi solamente alla 28esima settimana. Quindi, pensa a come mi sentivo per
tutte quelle settimane. Di pensiero uno solo e cioè che non è assolutamente
vero quando ti dicono che superati i primi tre mesi puoi stare tranquillo. Ok
che le possibilità di aborto calano di settimana in settimana e che dalla
21esima settimana non si parla nemmeno più di aborto ma di parto, ma resta
evidente che 24 settimane non sono 3 mesi ma 6… esattamente il doppio! E
superata la 28esima? L’ansia di arrivare alla 35esima per scongiurare il
pericolo di prematurità che non può mai darti la garanzia di sopravvivenza.
Anche se per fortuna nel XXI secolo i progressi fatti dalla medicina danno
sempre più speranze anche ai genitori di figli nati prematuri. E per finire? L’ansia
da parto, il pensiero che non sapevo che cosa aspettarmi, il ricordo di
racconti negativi di tante donne che hanno partorito prima di me, la speranza
che il mio fosse diverso, migliore. E per fortuna devo dire che così è stato.
Ma oltre agli aspetti negativi, ripenso a tutti quelli
positivi! A partire dalle emozioni più forti che ho provato e che mi porterò
dentro per sempre.
...Alla prima ecografia fatta alla 7. settimana in cui ho
sentito il tuo cuoricino battere forte forte forte. E’ stata un’emozione
indescrivibile vedere e sentire che tu c’eri! E pensare che misuravi solo pochi
millimetri…
...All’ecografia della 10. settimana, durante la quale per la
prima volta ho visto che avevi le sembianze di un minuscolo essere umano. Quel
giorno rimasi colpita dal fatto che tu ti agitavi in continuazione, muovendo
quelle che poco dopo sarebbero diventate le tue braccia e le tue gambe. Da
allora quei movimenti mi hanno accompagnata per l’intera gestazione. Persino
nel momento cruciale del parto, in barba a chi sostiene che negli ultimi giorni
il bambino si muove molto poco.
...A quando ho sentito per la prima volta i tuoi movimenti,
alla 19.settimana, e a come si sono evoluti successivamente. In principio erano
movimenti delicati, uno sfarfallio e la voglia di farlo sentire esternamente
anche al papà (che invece ha dovuto aspettare un altro mese prima che fosse
possibile) e poi via via sempre più netti e riconoscibili. Quando poi negli
ultimi due mesi ho saputo che la tua posizione era quella di una L e che non
hai mai più cambiato, sapevo con certezza che i movimenti a sinistra erano
calci, quelli a destra di schiena e fondoschiena e che quando li sentivo sia da
un lato che dall’altro, che stavi cercando di stiracchiarti e farti largo il
più possibile. E fino alla fine, non appena ti sentivo muovere, appoggiavo le
mie mani sulla pancia e ti accarezzavo per stabilire un contatto con te che
puntualmente mi davi
...A tutte le volte che ti ho fatto ascoltare musica, le
canzoni che mi piacciono, anche in loop, e toccandomi la pancia, ti dicevo:
“Ascolta Elia! C’è “xxxxxx”” Naturalmente cantandole anch’io.
...All’ecografia morfologica quando ho avuto la conferma
definitiva che eri un maschietto e che la translucenza nucale fatta a 12
settimane, era prematura per poter stabilire con certezza il tuo sesso. Un
maschietto… quello che ho sempre desiderato avere da 19 lunghi anni, da quando
è arrivato in famiglia il primo maschio della nuova generazione.
...A quando da un elenco di 8 nomi ho scelto il tuo, con
l’unico dubbio che non mi permetteva di darti un soprannome. In realtà da
quando sei nato te ne ho dati talmente tanti (ragnetto, topino, gnomo, nanetto
e pupazzetto per nominarne alcuni) che il papà si preoccupa che tu possa avere
problemi di identità.
...Al corso pre parto, perché, anche se a livello teorico mi è
servito parzialmente dato che avevo già letto libri e decine di informazioni in
internet, è stata un’esperienza importantissima per l’enorme bisogno che
sentivo di dover condividere la mia gravidanza con qualcuno che fosse
attualmente nel mio stesso stato. Perché parlare con qualcuno che ha partorito
1, 2, 5 anni prima non è la stessa cosa.
...A una mia collega di lavoro che a metà percorso mi aveva
detto che il peso che avresti avuto all’ecografia del terzo trimestre si
sarebbe raddoppiato alla nascita… perché così effettivamente è stato. Dai 1800
di inizio giugno sei arrivato a pesare 3600 a inizio agosto
...Alle cose belle che sono riuscita a fare in gravidanza, come
il viaggio ad Ibiza a inizio settimo mese e il concerto di Tiziano Ferro
all’ottavo. E nonostante non stessi bene del tutto, penso di aver fatto
benissimo a non rinunciarci.
...Al primissimo giorno dell’ottavo mese in cui è comparso il
singhiozzo. Un tic ritmico sul lato destro che mi faceva sorridere, perché
sapevo che ti stavi preparando per venire al mondo, cercando di sviluppare
giorno dopo giorno la capacità di poter respirare autonomamente una volta
abbandonata la vita uterina.
...Alla gioia che ho provato superando la 37.settimana, momento
in cui il bambino non viene più considerato pre termine, e alle grandi speranze
che nutrivo affinché nascessi il 20 luglio. Perché il 20 luglio? Perché oltre
al compleanno avresti festeggiato anche l’onomastico. Non potevo spiegare il
motivo a nessuno, dato che solo pochissime persone sapevano il nome che ti
avremmo dato, però il 20 luglio sul calendario è Sant’Elia. Però quel giorno
nulla si è mosso. Non c’è stata neanche la minima contrazione.
...Al 31 luglio, data presunta del parto, alla visita a termine
che ho fatto, alle parole della ginecologa: “E’ ancora tutto chiuso. E’ ancora
presto” e alla mia delusione, perché già ti aspettavo da una decina di giorni e
perché era stata fissata al 10 agosto l’eventuale (tanto temuta) induzione
...Infine a come, a meno di un giorno di distanza da quell’affermazione,
sia iniziato il mio travaglio.
E io che avevo paura di non saper riconoscere le
contrazioni, di non sapere quando sarebbe stato il momento di dire: ci siamo!
Fra poche ore partorirò…
Chiamalo istinto femminile, istinto materno, ma dolori tali
sono inconfondibili e allora, con tanto di app “Il contatore di contrazioni” alla
mano (in pratica non mi sono mai separata dal mio cellulare per l’intera
giornata), ho trascorso quelle lunghissime ore che mi hanno portata a partorire
il 2 agosto alle ore 4.27.
Il 2 agosto, con un ritardo più che accettabile (e “perdonabile”),
direi, scacciando così l’ombra del parto indotto.
Ehi, ma per caso hai ascoltato il papà che ti diceva di non nascere
l’1 agosto!??