E’
il 22 ottobre ed è giovedì. In apparenza un giorno come un altro, senza grandi
eventi.
Non
è un bel periodo questo perché se 8 anni fa il diavolo cancro era uscito dalla
porta, da qualche mese è rientrato dalla finestra acchiappando un’altra persona
che presto ci lascerà.
Non
li ha mai conosciuti ma presto il papà di Marino potrà incontrare i miei
genitori e tutti insieme dall’alto ci guarderanno e ci accompagneranno.
Non
sono quindi giornate facili e i cuori portano già un certo peso, però, dato che
nessuno sa quanto gli è dato ancora da vivere, la vita va avanti e si cerca
sempre di trarre il meglio da ogni singolo giorno che ci è concesso.
Come
ogni mattina apro il frigorifero e, sarà un caso o davvero qualcosa di
superiore a noi (sesto senso? Un messaggio divino?), il mio primo pensiero va a
Fabrizio. Da un lato sorrido, dall’altro mi domando perché mio marito ha
accettato da lui questa enorme forma di formaggio grana che da qualche giorno occupa
il ripiano basso del frigorifero.
Proprio
l’altro giorno Fabrizio ci ha detto che non l’avremmo tenuto a lungo, forse
consumato alla prossima missione, ma tutti i giorni continuo a pensare che
manca ancora troppo tempo e che dobbiamo trovare una soluzione alternativa.
Sarà
quindi un caso che da domenica scorsa penso a Fabrizio ogni volta che apro il
frigorifero?
Adesso,
dodici ore dopo, mi viene da pensare che invece potesse essere un segnale.
Esattamente
come il messaggio pieno di affetto che giusto ieri lui aveva scritto a Marino.
Gliel’ha
detto per tempo che lo considerava come un fratello minore e che gli voleva un
mondo di bene. E questa è una grande ricchezza, Marino.
Non
tutti ti hanno visto e sentito così di recente. Me compresa. E sicuramente
perché non sono né una runner, né purtroppo la persona più attiva all’interno
del gruppo dei Podisti da Marte.
E
difatti è proprio da Marino che vengo a sapere cosa ti è successo. Appena alle
9 di mattina hai saputo sconvolgere la mia giornata, Fabrizio. Cose COSI non si
fanno.
Sto
chiacchierando con una collega quando mi arriva la notifica del nuovo stato
facebook di mio marito.
Leggendolo
velocemente colgo solo tre parole: “Fabrizio” – “non ci sei più” – “volevo bene”
Subito
penso a uno scherzo… scritto così poteva anche sembrarlo.
Ma
qualcosa mi dice di rileggerlo bene e… la giornata da tranquilla e “senza
grandi eventi” si trasforma in tragedia.
Dire
che sono sempre i migliori che se ne vanno troppo presto sembra una frase
fatta, di circostanza, ma questa volta è proprio COSI’.
Che
poi, caro Fabrizio, oggi mi hai fatto odiare il mio lavoro più che mai.
Hai
idea di cosa significhi lavorare sui social e quindi avere Facebook
perennemente aperto in ufficio in un giorno del genere? Dovermi in qualche modo
trattenere dal piangere tutto il tempo perché oggi Facebook mi notifica solo
messaggi di AMORE verso di te che ci hai lasciati così senza un saluto?!
Secondo te, lavorato io oggi?! Assolutamente no!
Penso
a te tutto il tempo, sto guardando foto, leggo messaggi, tutto questo fa male.
Perché
Fabrizio mi avevi conquistata… con la tua energia, il tuo sorriso, la tua
immensa voglia di vivere, l’altruismo e la generosità, il tuo essere amico di
Marino e il tuo volermi bene.
Sì,
perché Fabrizio voleva bene a tutti i suoi “Marziani”, anche a quelli meno
attivi.
Quando
ancora non lo conoscevo e sentivo Marino che parlava sempre, ammetto che non
capivo. Mi parlava di questo Fabrizio, delle varie corse, delle missioni, dei
progetti futuri e rideva nel raccontarmi certe scene e nel ripetermi le frasi
ironiche e sarcastiche che il Capitano rivolgeva a lui e agli altri.
Fabrizio
veniva nominato in continuazione, Marino lo adorava. Col tempo ho capito che aveva
finalmente trovato una persona con i suoi stessi pensieri e valori. Con
Fabrizio si sentiva completo perché riusciva a fare quello che aveva da anni
sognato (“Cambiare il mondo”) ma senza riuscirci appieno.
Fabrizio
era COSI’… un vulcano di parole, pensieri, opere, iniziative in continua
eruzione ed era impossibile restare indifferenti. L’ho capito subito quando l’ho
incontrato la prima volta e ha conquistato anche me.
Mi
passano davanti agli occhi tante scene vissute e le risate che mi hai fatto
fare durante alcune missioni e soprattutto durante i tre anni di tour della
Color Run.
Mi
ricordo il tuo ultimo abbraccio e i pensieri premurosi che mi arrivavano da te
tramite Marino.
Penso
alla tua adorata Claudia e al piccolo Vito che aveva un padre speciale che noi
tutti dovremo raccontargli.
Penso
ai Podisti da Marte, a quello che hai fatto per noi marziani e per tantissime
associazioni no profit e onlus, unendo lo sport alla beneficienza. Tutti i post
su facebook e gli articoli della stampa lo dimostrano.
E
ora cosa succederà?
Tu
sei insostituibile, Fabri.
Noi
tutti possiamo avere idee, progetti, entusiasmo per portare avanti i tuoi
ideali, per aiutare il prossimo, ma non ho mai conosciuto nessuno come te COSI’
buono ma anche chiacchierone, sorridente, geniale, ironico, dissacrante e “follemente sano”.
Però
stai tranquillo. Sicuramente uniremo le forze e continueremo a fare del bene
così come tu ci hai insegnato. Se no, lo so già... non ce lo perdonerai mai.
Mi
mancherai Fabrizio. Molto di più di quanto tu potessi immaginare. Non ti ho
visto troppe volte nella mia vita, ma sono felicissima di averti conosciuto e per
quel poco ti porterò sempre nel mio cuore.
Un
giorno poi ci ri-incontreremo e chissà… forse riuscirai a convincere anche me a
diventare una runner. D’altronde là tutto è possibile.
Grazie
per tutto quello che hai fatto. La tua è stata una vita troppo breve e ancora
potevi fare tanto ma sicuramente è stata piena. Molti dovrebbero prendere
esempio da te.
Perché
l’unica verità è che “Non sappiamo quando moriremo, ma possiamo decidere come
vivere” (cit. Il Capitano de I Podisti da Marte)
Sbagliamo, non ci diamo mai importanza perché in un certo senso ci sentiamo
invincibili, e invece il messaggio deve essere che dobbiamo sempre vivere la vita al
meglio perché non saremo su questa terra per sempre.
Ciao
Podista da Marte. Grazie a te i nostri cuori sono Gialli.
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