Un film che porta questo titolo già esiste e tutti l’abbiamo sentito
nominare, qualcuno l’avrà anche visto.
Del genere catastrofico, si accompagna a una miriade di altre pellicole
che in questi anni si sono susseguite sugli schermi cinematografici. Catastrofi
di ogni tipo: dalle innondazioni, agli uragani, dall’invasione degli alieni
allo scoppio della guerra nucleare.
Ma sono e restano dei film.
Oggi è il giorno dopo di una catastrofe vera, reale, dolorosa e vissuta in
prima persona.
Tutto il Nord Italia ha tremato e la furia devastatrice del sisma ha provocato
nuovi danni e nuove vittime.
Nuovamente, dopo appena 9 giorni dal precedente sisma.
100 anni di terremoti in Italia (prendendo
in considerazione la memoria storica attuale degli italiani) ci hanno insegnato
che gli effetti catastrofici del terremoto dipendono principalmente dall’uomo.
100 anni di crescita scientifica e tecnologica ci hanno insegnato che ci si può difendere dal terremoto, prevedendolo.
Ma la paura resta sempre la stessa. Sentirsi vulnerabili e impotenti è una
sensazione orribile.
Non essere sereni, avere l’ansia di andare a dormire, pensare di dover
essere svegliati ancora una volta nel cuore della notte da quel boato sordo o
dai violenti movimenti oscillatori, è avvilente.
E oggi, dopo il terremoto di ieri mattina alle nove (magnitudo 5,8) e quello intorno
alle 13 (magnitudo 5,3), l'attenzione resta alta.
Edifici distrutti, che hanno resistito fino a ieri, che hanno
sopportato i bombardamenti delle guerre, ma non le 800 scosse in pochi giorni;
vittime e feriti.
Il bilancio delle
vittime è ormai salito a 17 persone (che si aggiungono ai 7 del terremoto
dello scorso 20 maggio). Sono 5 le persone morte a Mirandola, 4 a Medolla, 3 a
San Felice sul Panaro, altrettante a Cavezzo, una a Concordia e a Rovereto di Novi.
L'ultimo operaio disperso è stato trovato senza vita in mattinata a Medolla. I feriti sono stati circa 350,
mentre gli sfollati sono intorno ai 15000, che
hanno passato la notte nei campi allestiti dalla Protezione Civile e negli
alberghi messi a disposizione nella zona.
E nei miei occhi ancora le immagini video
e fotografiche che i media hanno diffuso sul crollo di edifici e di parti di
essi. Lo sgretolamento del nostro patrimonio artistico culturale, macigni a
terra e sul cuore di ciascuno di noi. Perché il terremoto è di tutti noi. Sono
momenti destinati a fissarsi nella memoria di chi c’era.
Chi l’ha vissuto in prima persona non può scordarsi le sensazioni e le
emozioni provate durante il sisma, i cumuli di macerie, le città fantasma; chi
l’ha vissuto in altre occasioni se lo ricorda altrettanto bene perché la
propria vita da lì è cambiata per sempre.
E parliamo di sensazioni vere, di un fenomeno reale e non di apocalissi
fantascientifiche!
Ma oltre al terrore, restano tanti punti interrogativi.
Possibile che in 100 anni di catastrofi sismiche che ci hanno insegnato che la difesa più importante è costruire opere
resistenti al sisma e, soprattutto, rafforzare quelle esistenti, è stato fatto ben poco? Possibile che si siano
sottovalutati i rischi per ridurre il pericolo sismico del
patrimonio edilizio esistente?
A quanto pare è possibile e ancora una volta, purtroppo, ci sono stati i capri
espiatori che hanno perso la vita.
Ancora una volta viene richiesto un deciso e
consapevole impegno di tutti i cittadini per abbattere il rischio sismico di
scuole, ospedali, case, ponti, impianti industriali.
Per non
parlare mai più di catastrofi, tragedie annunciate, disgrazie per il nostro
amato Paese.
Perché un terremoto non è uno spettacolo, non funzionerebbe nemmeno se
fosse oggetto di un film in 3D. Qui si parla della vita di tutti. Che merita
protezione e tutela.
Erano giorni che organizzavo le mie idee per scrivere un post che alla
lontana riguardasse le catastrofi naturali, ma dopo i recenti fatti, non ho
potuto che scrivere un post più serio quanto doloroso. Perché sono vicina all'Emilia, perché penso a tutti gli sfollati che a quest'ora dovranno trascorrere un'altra notte d'ansia.
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