Ditemi
la verità: anche voi avete la cassetta per la pubblicità appesa al cancello o
al muro esterno di casa vostra? E da quando c’è, sperate anche di difendervi meglio
dallo spamming cartaceo?
E non solo perché può effettivamente risultare utile consultare i volantini
pubblicitari per comparare i prezzi di più punti vendita e approfittare di
sconti, offerte e promozioni.
No, quella dei volantini è una delle mie più inconsuete
passioni tanto che quando li vedo spuntare dalle cassette degli altri condomini
devo sempre trattenermi dal non portargliene via qualcuno. E ad essere sincera spesso lo faccio.
Mi autorizzo da sola sapendo che per la maggior parte
delle persone è “spam”.
Alla sera sono capace di rientrare a casa con in borsa
due o tre volantini che poi in automatico finiscono sulla pila di quelli
raccolti durante la settimana. Li guardo, anche con interesse, mentre faccio
colazione o durante la pausa caffè nei fine settimana e poi, segnati su un
foglietto gli acquisti che vorrei fare, se ce ne sono, li butto immediatamente
nel cestino della carta.
Si prende, si consulta, si elimina. Tre mosse l’una
conseguenza dell’altra. Molto logicamente.
Un giorno mi sono domandata come mai adoro i volantini.
In fondo sono una forma di pubblicità dell’esercizio commerciale in questione e
fra l’altro li raccolgo anche se non mi serve per forza qualcosa. Altrimenti,
se così fosse, avrei una casa-magazzino dell’elettronica e una scorta trimestrale
di prodotti alimentari da consumare a rotazione per evitare il deterioramento.
Pertanto sono arrivata alla conclusione che questa
passione dev’essere conseguenza logica di un’altra passione e cioè quella per
lo “shopping” in generale. Qualcuno strabuzzerà gli occhi ma a me rilassa.
Mai avrei pensato di fare un’affermazione del genere
quando avevo 8 anni e mia mamma mi trascinava nei vari negozi e centri
commerciali e io passavo il tempo a cercare sedie e panchine su cui annoiarmi
per delle ore.
Però si vede che qualcosa è rimasto ed eccomi qui,
adulta, che adoro andare nei vari esercizi commerciali. Magari non compro nulla
(almeno non subito) ma adoro girare fra le corsie, confrontare prodotti, consultare
i prezzi, le offerte e guardare le novità.
Comunque il mio “negozio” preferito resta il supermercato
e così il relativo volantino.


Ma questo non compromette il mio stato d’animo perché la
gioia la provo anche durante lo shopping, quando, con l’auto carica, ritorno verso
casa e al momento di dover sistemare gli acquisti.
Chiaramente sistemo la spesa dando
priorità ai prodotti freschi che vanno congelati o riposti nel frigorifero e a
ruota continuo con gli altri. Dedico cura e attenzione ad ogni singolo prodotto
affinché venga conservato e collocato correttamente. Come dicevo nel post
precedente, prima di tutto l’ordine. Ma poi non finisce qui. Perché è vero che
amo fare la spesa e mettere in ordine, ma proprio perché voglio che tutto sia
perfettamente organizzato, mi serve spazio e allora a cosa mi servono tutti
quei contenitori di cartone e gli imballaggi di plastica? A nulla, e anzi,
proprio come il disordine, disturbano la
mia vista. Per cui scatta in automatico il processo di cui parlavo alla fine
dell’ultimo post: spesa – ordine – rifiuti – raccolta differenziata – di nuovo
ordine.
E
puntualmente io e mio marito ci alterniamo per andarli a svuotare nei bidoni
condominiali. E così facendo il cerchio si chiude e l’ordine viene
ripristinato!
Sicuramente
non sottovaluto i problemi ecologici e di difesa ambientale, nonché il risparmio delle materie prime che sono poi
stati il punto di partenza per cominciare ad educare i cittadini al corretto
smaltimento della spazzatura e al riciclo e devo dire che mi diverte anche
sapere esattamente in quale contenitore vanno gettati i vari rifiuti (secondo
me sono stata una delle prime a scaricare l’App dell'Azienda Milanese dei Servizi
Ambientali creata ad hoc), però devo dire che quella “mania” che ho di buttare
via il superfluo che ingombra e “indispone”, va oltre a tutto ciò ed è frutto
di una passione connaturata che ha origini più lontane.
Sì,
parlo di passione e non di ossessione perché non c’è nulla di patologico nel
voler gettare imballaggi e contenitori che fanno volume. Semplicemente mi sento
sollevata nel farlo.
Mio
marito invece scuote la testa e si sente “perseguitato” da questa mania che,
guarda caso, prima di vivere con me ha vissuto con suo padre.
Ma
se il mio è un disturbo compulsivo-ossessivo, il suo, che va nella direzione
esattamente opposta, come lo vogliamo definire?
Perché
così come io sono ordinata e lui disordinato, anche in questo caso siamo agli
antipodi. Lui conserva, non butta via nulla, si accaparra oggetti, tanti e
inutili e così facendo non mi sembra che sia poi così diverso da me. Sì,
all’opposto, ma pur sempre “maniacale” a modo suo.
Quindi
credo che a casa nostra la lotta fra ordine e caos; rifiuti e conservazione non
avrà mai fine, tenendoci diversamente schierati ma anche attivi e appassionati
nei nostri battibecchi.
D’altronde
sono sicura che anche voi davanti alla domanda “Conosci o hai conosciuto
qualcuno la cui vita è condizionata da un accumulo eccessivo di oggetti/dal
desiderio di eliminare gli oggetti inutili?”, siete in grado di indicare almeno
una persona.
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