venerdì 10 agosto 2012

Del bevitore... del poeta... del viaggiatore: Del viaggiatore


Del viaggiatore…
Ultima parte, forse quella più banale perché autoreferenziale: un titolo del genere quando si sta parlando di un viaggio.
Abbiamo attraversato 6 regioni e siamo passati da 10 diverse località: Volturino, Cerignola, San Giovanni Rotondo e Vieste in Puglia; Campobasso in Molise; Chieti e Roseto degli Abruzzi in Abruzzo; Recanati, Loreto e Urbino nelle Marche… e il tutto in appena 6 giorni.
Di chilometri ne abbiamo macinati tanti e quanti paesaggi diversi abbiamo osservato attraverso i finestrini dell’auto. Dalla campagna emiliana-romagnola al mar Adriatico delle Marche, dalle distese di ulivi abruzzesi all’arsura della Puglia, dai paesini dell’entroterra situati in cima a un monte a paesini in riva al mare.
Di persone ne abbiamo incontrate tante, di provenienza ed età diverse, più o meno legati a me o al mio compagno “viaggiatore” (oltre che “bevitore” e “poeta”), eppure ognuno di loro ci ha lasciato qualcosa che porteremo come ricordo di questa vacanza e ognuno di loro ci ha chiesto di fermarci ancora un poco. Ma questo viaggio era volutamente suddiviso a tappe e brevi soste. L’intento era quello di fare il più possibile in un tempo limitato.
E infatti di cose ne abbiamo viste e quanti pieni di benzina che abbiamo fatto. Però è pur vero che un viaggio di questo tipo ti trasmette molte più emozioni piuttosto che un comodo viaggio in aereo. Sì, certamente è più impegnativo e meno immediato, però ti dà la possibilità di assaporare più dolcemente tutto il creato sul quale i tuoi occhi si posano.
Viene dunque da domandarmi che viaggio è stato? Come potrei definirlo?
Sicuramente è stato il primo vero viaggio di quest’anno. L’anno scorso di questi tempi ne avevamo già fatti diversi, mentre quest’anno a parte qualche gita fuori porta nei weekend, non ne abbiamo fatti.
Fra l’altro, io che sono un po’ maniaca di numeri, ho notato che finora, anche per quanto riguarda i viaggi, il loro numero è variato a seconda dell’anno. Anno dispari, tanti viaggi; anno pari, meno viaggi. Sarà una coincidenza, eppure finora non posso smentire questa constatazione.
Quindi primo vero viaggio di questo 2012. E poi? Certamente un viaggio itinerante come quello che avevamo fatto nel 2009 quando avevamo percorso 7000 km per girare la Svezia in appena 9 giorni; certamente una vacanza, la prima occasione per staccare dal quotidiano e rilassarsi dopo mesi di intenso lavoro; certamente un’esperienza, perché usare i 5 sensi in luoghi a noi estranei arricchisce sempre il nostro bagaglio culturale, la nostra formazione. Ma penso che il migliore modo per definirlo sia proprio quello di pensare che cosa significa un viaggio e chi è il viaggiatore!?? Non è forse quella metafora che ci porta a trovare un punto di riferimento che ci aiuti a conoscere meglio noi stessi e a comprendere in che rapporto siamo con gli altri? E quindi l’osservare, il parlare e stupirsi nel ritrovare, in posti lontani, tratti comuni a tutte le genti?
Perché, citando John Steinbeck, Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone”
E viaggiatore non è forse chi sa lasciare a casa le proprie idee, chi non cerca di adeguare ciò che gli sta intorno a ciò che ha già dentro di sé e parte per partire, qualsiasi sia la meta?
Perché viaggiare, lo aveva detto Proust, non è vedere luoghi nuovi ma vedere con occhi nuovi.
Un viaggio ha il potere di sconvolgere tanti punti fermi, ha la funzione liberatoria di leggerezza e della fatica al punto tale da vivere la sensazione di perdersi e “naufragar m’è dolce in questo mare”.
Eppure arriva sempre il momento per ritrovarsi.
Alla conclusione di un indimenticabile viaggio come questo, di un’esperienza vissuta, si è infatti sempre avvolti dai propri pensieri.
Il rientro, la famiglia, il lavoro, la curiosità di riguardare i nostri scatti fotografici, ma anche la soddisfazione dell’esperienza, la felicità del cammino, le strade percorse. Ma soprattutto i dolci ricordi scolpiti nella memoria e le emozioni.
Si ritorna, è vero, ma il viaggio torna con noi e ci resta dentro per sempre. Arriverà la nostalgia, arriva sempre, ma alla fine del viaggio è bello voltarsi indietro ed essere felici. Perché il nostro viaggio continua. Metaforicamente e di fatto. La Spagna e casa Leiras mi aspettano.




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