Del viaggiatore…
Ultima parte, forse quella più banale perché
autoreferenziale: un titolo del genere quando si sta parlando di un viaggio.
Abbiamo attraversato 6 regioni e siamo passati da 10 diverse
località: Volturino, Cerignola, San Giovanni Rotondo e Vieste in Puglia;
Campobasso in Molise; Chieti e Roseto degli Abruzzi in Abruzzo; Recanati,
Loreto e Urbino nelle Marche… e il tutto in appena 6 giorni.
Di chilometri ne abbiamo macinati tanti e quanti paesaggi
diversi abbiamo osservato attraverso i finestrini dell’auto. Dalla campagna
emiliana-romagnola al mar Adriatico delle Marche, dalle distese di ulivi
abruzzesi all’arsura della Puglia, dai paesini dell’entroterra situati in cima
a un monte a paesini in riva al mare.
Di persone ne abbiamo incontrate tante, di provenienza ed
età diverse, più o meno legati a me o al mio compagno “viaggiatore” (oltre che
“bevitore” e “poeta”), eppure ognuno di loro ci ha lasciato qualcosa che
porteremo come ricordo di questa vacanza e ognuno di loro ci ha chiesto di
fermarci ancora un poco. Ma questo viaggio era volutamente suddiviso a tappe e
brevi soste. L’intento era quello di fare il più possibile in un tempo
limitato.
E infatti di cose ne abbiamo viste e quanti pieni di benzina
che abbiamo fatto. Però è pur vero che un viaggio di questo tipo ti trasmette
molte più emozioni piuttosto che un comodo viaggio in aereo. Sì, certamente è più
impegnativo e meno immediato, però ti dà la possibilità di assaporare più
dolcemente tutto il creato sul quale i tuoi occhi si posano.
Viene dunque da domandarmi che viaggio è stato? Come potrei
definirlo?
Sicuramente è stato il primo vero viaggio di quest’anno.
L’anno scorso di questi tempi ne avevamo già fatti diversi, mentre quest’anno a
parte qualche gita fuori porta nei weekend, non ne abbiamo fatti.
Fra l’altro, io che sono un po’ maniaca di numeri, ho notato
che finora, anche per quanto riguarda i viaggi, il loro numero è variato a
seconda dell’anno. Anno dispari, tanti viaggi; anno pari, meno viaggi. Sarà una
coincidenza, eppure finora non posso smentire questa constatazione.
Quindi primo vero viaggio di questo 2012. E poi? Certamente
un viaggio itinerante come quello che avevamo fatto nel 2009 quando avevamo
percorso 7000 km
per girare la Svezia in appena 9 giorni; certamente una vacanza, la prima
occasione per staccare dal quotidiano e rilassarsi dopo mesi di intenso lavoro;
certamente un’esperienza, perché usare i 5 sensi in luoghi a noi estranei
arricchisce sempre il nostro bagaglio culturale, la nostra formazione. Ma penso
che il migliore modo per definirlo sia proprio quello di pensare che cosa
significa un viaggio e chi è il viaggiatore!?? Non è forse quella metafora che
ci porta a trovare un punto di riferimento che ci aiuti a conoscere meglio noi
stessi e a comprendere in che rapporto siamo con gli altri? E quindi l’osservare,
il parlare e stupirsi nel ritrovare, in posti lontani, tratti comuni a tutte le
genti?
Perché, citando John Steinbeck, “Le persone non fanno i
viaggi, sono i viaggi che fanno le persone”
E viaggiatore non è forse chi sa lasciare a casa le proprie
idee, chi non cerca di adeguare ciò che gli sta intorno a ciò che ha già dentro
di sé e parte per partire, qualsiasi sia la meta?
Perché viaggiare, lo aveva detto Proust, non è vedere luoghi
nuovi ma vedere con occhi nuovi.
Un viaggio ha il potere di
sconvolgere tanti punti fermi, ha la funzione liberatoria di leggerezza e della
fatica al punto tale da vivere la sensazione di perdersi e “naufragar m’è dolce
in questo mare”.
Eppure arriva sempre il momento
per ritrovarsi.
Alla conclusione di un
indimenticabile viaggio come questo, di un’esperienza vissuta, si è infatti sempre
avvolti dai propri pensieri.
Il rientro, la famiglia, il
lavoro, la curiosità di riguardare i nostri scatti fotografici, ma anche la
soddisfazione dell’esperienza, la felicità del cammino, le strade percorse. Ma
soprattutto i dolci ricordi scolpiti nella memoria e le emozioni.
Si ritorna, è vero, ma il viaggio
torna con noi e ci resta dentro per sempre. Arriverà la nostalgia, arriva
sempre, ma alla fine del viaggio è bello voltarsi indietro ed essere felici.
Perché il nostro viaggio continua. Metaforicamente e di fatto. La Spagna e casa
Leiras mi aspettano.
Nessun commento:
Posta un commento