L’ultimo appuntamento con il mio percorso di “Emozioni di
Luce e Colore” non poteva che coincidere con la Vigilia di Natale, quando al
termine del cammino di Avvento l’attesa si conclude con la notte santa che vede
viva la memoria della nascita di Gesù. Noi cristiani adoriamo questo bambino
oggi, dopo più di 2000 anni, perché è con noi qui e ora e quindi lasciamo
spazio alla gioia e alla festa!
Dunque vengo a riproporvi il mio ultimo post, con la
riflessione sul secondo dipinto di George De La Tour, in mostra a Palazzo
Marino a Milano.
Perché questo dipinto intitolato “L’Adorazione dei pastori”,
ci parla proprio del mistero della Nascita di Gesù, del Dio che si è fatto come
noi, per essere uno di noi.
Come il dipinto precedentemente descritto, anche questo porta
alcune delle stesse caratteristiche: in primo luogo il fatto che sia anch’esso
a tema religioso e in secondo luogo che sia un “notturno” illuminato dall’interno,
proprio dalla luce di una candela nonché dallo stesso Gesù bambino, che è nuova
luce, luce del mondo.
Analizzando l’opera nel suo insieme, si possono riconoscere
diversi personaggi, tutti raffigurati secondo modelli consueti del pittore.
Da sinistra a destra si riconoscono: la Vergine Maria,
vestita di rosso e con le mani giunte, quasi assorta e in meditazione; un
pastore che porta con sé un agnello, così docile che bruca la paglia della
culla con discrezione; un pifferaio che sta per togliersi il cappello in segno
di rispetto e umiltà; una nutrice che porta la zuppa per la puerpera e infine
San Giuseppe che fa da contraltare alla figura di Maria, quasi come a chiudere
il cerchio che si stringe attorno alla culla. E Giuseppe è colui che tiene in
mano la candela che illumina la scena, schermandola delicatamente con la mano
sinistra, ma come potete notare, in questo caso la mano, le dita, le sue unghie
non diventano trasparenti come nel caso di Gesù nel dipinto “San Giuseppe
falegname”.
E infine lui, il piccolo che dorme sereno avvolto nelle fasce,
sprigionando un bagliore divino. Lui nuova fonte di luce, che rende la scena
mistica, quasi irreale e al contempo di contemplazione silente del miracolo. E
oltre alla sua nascita, sono simboleggiate anche la sua morte e risurrezione:
attraverso la figura dell’agnello mansueto (l’agnus dei), le fasce con cui è
avvolto, così come gli occhi chiusi.
E dunque mi piace poter pubblicare questo post proprio a
pochi minuti dalla mezzanotte di questo Natale. Per ricordare quale è questo
grande evento che festeggiamo ogni anno, quale è il vero motivo, dato che ormai
il suo vero significato si è andato perdendo e il Natale consumistico ha preso
il sopravvento. Ma in fondo anche lo stare insieme in famiglia, il ritrovarsi
con serenità e pace, non è solo un’usanza, una tradizione. E’ la risposta a ciò
che sta dentro di noi, nel cuore di ciascuno di noi, nel bisogno di dare e
ricevere amore, proprio sull’esempio che Lui ci ha dato 2011 anni fa.
Buon Santo Natale a tutti!
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