lunedì 12 dicembre 2011

Emozioni di Luce e Colore - Part I


Dopo l'introduzione di ieri, comincio il mio percorso sulle emozioni trasmesse da luci e colori a partire da qualcosa di "profano", che è la Mostra della Pixar ospitata presso il PaC di Milano e visitata un paio di giorni fa.
Quando ormai un mese fa vidi la pubblicità sui pannelli scorrevoli della metropolitana di Milano, subito pensai di volerla andare a vedere. Sicuramente perché sono un'appassionata di cinema e in secondo luogo perché i cartoni animati della Pixar sono certamente, dopo quelli dell'infanzia della Disney, i migliori del nostro tempo. 
E' chiaro che negli ultimi 30 anni l'animazione è cambiata radicalmente e con l'utilizzo dei computer, gli strumenti e le tecniche dei disegnatori sono tutta un'altra cosa, però a mio avviso, al di là della grandiosità delle singole opere in sé (eh già, un cartone animato è un'opera, nonché grandiosa dato che non sono attori in carne ed ossa a recitare, ma personaggi frutto della fantasia di persone geniali), è cresciuta a livello contenutistico. Storie che insegnano, che educano, che fanno riflettere su quello che è la nostra realtà; dialoghi importanti, ironici e divertenti, che coinvolgono qualunque spettatore, grande o piccino; musiche studiate come per i grandi film della storia del cinema, per non parlare della genialità di idee che stanno alla base di ciascun film (a chi sarebbe mai venuto in mente di fare un film dove i personaggi sono delle macchine e la scena, tutta, in cui agiscono, è la riproduzione di qualunque ambiente reale che noi tutti frequentiamo?!?).
Queste le mie idee circa l'animazione della Pixar, ma quando sono andata alla mostra, non sapevo davvero che cosa aspettarmi. Una mostra piena di modellini e pupazzi? Una mostra con tanti schermi che proiettano spezzoni di film? Fotografie e spiegazioni su come si realizza un film d'animazione? Davvero non sapevo che cosa aspettarmi e non sono nemmeno voluta andare a leggere commenti e spiegazioni online.
Morale? Sono uscita dalla mostra più che entusiasta e più che soddisfatta. Mostra allestita in maniera tale da coinvolgere sia i grandi che i bambini, anche se, a mio avviso, è dedicata di più a un pubblico adulto che può veramente apprezzare quello che sta dietro a un film visto al cinema o in dvd.
Mai mi sarei immaginata di vedere un percorso di 500 opere, un vero ed emozionante viaggio attraverso l'ARTE e la creatività della Pixar, nè tantomeno mi sarei immaginata di vedere schizzi, bozzetti, disegni originali, gli storyboard dei numerosi artisti che hanno collaborato alla realizzazione dei vari film. Per non parlare della cronistoria della Pixar e delle precise spiegazioni circa le fasi di realizzazione di un film.


Ma cosa c'entra tutto questo con il tema del post?
E' presto detto. Il tutto è partito dalla scoperta dell'esistenza del colorscript.
Non ne ero a conoscenza e a primo impatto mi sembravano delle tavole colorate rappresentanti alcune scene di un film, senza troppa definizione e senza troppi dettagli.
Ma leggendo la spiegazione, che ora riporto, mi si è "accesa la lampadina" e ho subito pensato che l'argomento era in "perfetta sintonia" con il mio blog.



COLORSCRIPT
Un colorscript è uno strumento artistico che traduce visivamente il contenuto emotivo di una storia attraverso l’uso del colore, della luce e dell’atmosfera. Il colorscript raffigura l’intera storia in ordine cronologico al fine di permettere la visualizzazione della struttura cromatica di base da utilizzare nell’intero film. Il colorscript è uno dei primi strumenti
che consente di vedere la storia nella sua interezza, una sorta di vista in bassa risoluzione che rivela l’intera traiettoria emotiva del film. Il colorscript funziona perché rimuove il dettaglio e le idee vengono presentante nella loro forma più concisa.




In poche parole, il colorscript è uno strumento che riesce a descrivere un po' tutto un film in una quarantina/cinquantina di immagini chiave che sono dipinte e rappresentano PROPRIO i CAMBIAMENTI di EMOZIONI, di UMORE di tutto il film e il COLORE supporta tali cambiamenti. E' quindi tutta un'esplorazione di colori per creare un livello emotivo.
Un gioco di luci e di scelte cromatiche; di colori tenui, luminosi o tetri a seconda dell'emozione. E tutto in maniera tale per cui anche un cartone animato possa in un certo senso sembrare palpabile, affascinante, ricco, quasi reale e trasmettere EMOZIONI.
E oltre a questo i movimenti, le azioni, i dialoghi dei personaggi sono pensati su carta e sui supporti di disegno digitale con grande attenzione alla fotografia delle inquadrature e all'illuminazione, per cui tutto rimanda al concetto di Emozioni di Luce e Colore.
Anche io facevo parte di quella schiera di persone che non sapeva che la maggior parte degli artisti che lavorano in Pixar, utilizzano  non solo i mezzi del digital media, ma i mezzi propri dell'arte: il disegno, i colori a tempera, i pastelli e le tecniche di scultura. E credo sia proprio questo che rende la mostra davvero unica nel suo genere. 
Non solo per fans e semplici spettatori di un film d'animazione, quanto per veri appassionati di cinema, di computer grafica e di arte. Nel modo più assoluto. 
Io che sono cresciuta con i pennarelli in mano, che amavo disegnare, scegliere con cura i colori e sperimentare varie tecniche di disegno, ma che ho lasciato morire questa mia passione nonché discreta capacità quando ho imparato a scrivere, a vedere tutti quei colori, tutti quei quadri realizzati da veri artisti, mi è tornata la voglia di prendere in mano la matita, la china e i colori acquerellabili. 
Assolutamente consigliata! Dura fino al 14 febbraio 2012!


1 commento:

  1. Senza parlare del fatto che gli attori prima incido le voci e poi avviene l'animazione del "personaggio" :o)

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